Oggi abbiamo partecipato al seminario “Corpo, affetti e relazioni. Le ferite dell’adolescenza”, tenuto dal dott. Giuseppe Ruggiero alla sala Guevara dell’ASL Napoli 3 sud a Torre del Greco. Si è parlato di come, al giorno d’oggi, si sia giunti a definire una “i-generation” per la quale la tecnologia viene percepita come appendice del proprio corpo e secondo cui “se non sei connesso, non sei nessuno”. Questa condizione ha portato ad una vera e propria “ossessione dell’io”, in cui gli adolescenti vivono la pressione sociale di dover eccellere e realizzarsi solo con le proprie forze ma, al contempo, non hanno la preparazione necessaria per affrontare un fallimento, cadendo in una inevitabile frustrazione. Nei casi più gravi, questa frustrazione può portare anche all’auto-isolamento: è il caso dei cosidetti “ragazzi hikikomori” che hanno scelto di ritirarsi completamente dalla vita sociale; in Italia si contano circa centomila casi. Questo fenomeno è talvolta accompagnato da un’incompetenza genitoriale, che rende ancora più difficile il tentativo di recupero di questi ragazzi.
Il ruolo dell’analista, nonché dell’educatore o di tutte le figure che si rapportano con gli adolescenti, deve essere, quindi, rivisto alla luce di tali problematiche: è importante sviluppare una sensibilità particolare nel modo di porsi, nella scelta delle parole, nell’attenzione al linguaggio del corpo; tutte queste accortezze si rivelano fondamentali per riuscire ad entrare in relazione con il mondo degli adolescenti e per conquistare la loro fiducia. È importante riuscire ad implementare una rete sociale che possa fungere da supporto e tentare di arginare i preoccupanti fenomeni descritti.
Il seminario è risultato estremamente interessante per tutti i volontari, offrendo numerosi spunti di riflessione ed un’analisi dei problemi adolescenziali da un differente punto di vista; potranno far tesoro dei consigli ricevuti e metterli in atto durante i vari incontri ed attività che avranno luogo sia nelle scuole che sul terreno.