Il giorno 21 settembre 2018 le volontarie del Servizio Civile della Cooperativa ARS hanno partecipato al convegno dal titolo “Lei dice no e lui l’ammazza e dopo?”, tenutosi presso l’Aula Magna dell’Università di Napoli “Parthenope”. L’evento è stato organizzato dall’Osservatorio sul Fenomeno della Violenza sulle Donne, con il patrocinio del Consiglio Regionale della Campania e dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, con l’obiettivo di fornire un “focus sulla quantificazione della pena fra aggravanti ed attenuanti”, come si legge nel sottotitolo dell’invito all’evento.
Durante i vari interventi si è parlato dell’importanza di rafforzare la rete, lavorando in sinergia con le istituzioni giudiziarie. In questo senso la funzione dell’Osservatorio è molto preziosa, in quanto consente di operare un confronto produttivo e una collaborazione efficace con le istituzioni, oltre che con enti, associazioni, cittadini.
Tuttavia molto spesso, nel caso dei femminicidi, la risposta giudiziaria può risultare non tempestiva e, quindi, poco efficace. In questo senso risulta fondamentale considerare un aspetto legale: il rito abbreviato. Esso è “un giudizio speciale giustificato da evidenti finalità deflattive, che consente di definire il processo in via anticipata, ossia in sede di udienza preliminare, ponendosi come modello alternativo rispetto al dibattimento ordinario”[1].
A novembre 2017 è stato dato il via libera della Camera alle norme per escludere il giudizio abbreviato che permette, in caso di condanna, l'abbattimento di un terzo della pena per i gravi delitti, in particolare quelli per i quali è prevista la pena dell'ergastolo[2].
A tal proposito la Commissione parlamentare d’inchiesta, a marzo, ha manifestato dubbi riguardo la scelta del rito che rende «assai concreto il rischio di pervenire a risposte sanzionatorie di scarso rilievo a fronte di reati dagli effetti devastanti sulla vita delle vittime»[3].
Da maggio di quest’anno al Senato è stato depositato un disegno di legge sull’eliminazione del rito abbreviato per il femminicidio e la violenza sessuale, a firma della rappresentante del PD Caterina Bini “allo scopo di rendere meno morbida la condanna per coloro i quali, sempre più spesso, compiono delitti violenti nei confronti delle donne e dei minori, spesso all’interno dell’alveo familiare e affettivo”[4].
[1] http://www.altalex.com/documents/biblioteca/2018/03/16/presupposti-del-giudizio-abbreviato-estratto-pluris
[2] https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-11-28/stop-rito-abbreviato-i-delitti-piu-gravi-camera-approva-205742.shtml?uuid=AEcsjtJD
[3] http://temi.repubblica.it/micromega-online/femminicidio-rito-abbreviato-e-giusta-pena-un-dibattito-che-non-si-placa/
[4] https://www.letteradonna.it/it/articoli/conversazioni/2018/06/12/caterina-bini-femminicidio-stupro/26050/